APPROFONDIMENTI

APPROFONDIMENTI

Dott. Alessandro Vannelli
Articolo

FORTUNE

09-01-2023

Tra i patrimoni riconducibili ad alcuni degli uomini più ricchi del pianeta, si annoverano fortune costruite nei decenni e fortune che invece sorgono e svaniscono nel giro di una stagione.

Prima di affrontare l’anno che verrà (che presenta prospettive più interessanti di quanto si possa credere) con la corretta impostazione, trovo opportuno metabolizzare definitivamente i numeri del 2022. In particolare, trovo interessante misurarne gli effetti: vediamone alcuni finanziariamente rilevanti (provando a contestualizzarli, per quanto il tentativo di rendere il contributo breve e leggero mi consentano di farlo).

 

Wall Street e dintorni

L’America ha archiviato il 2022 con le seguenti performance:

  • DOW -8.8%
  • S&P 500 -19.4%
  • NASDAQ -33.1%
  • Treasury note 10y -12.4%

 

Quello che è accaduto sull’asset class obbligazionaria è stato in tutto il mondo un evento profondamente impattante; tuttavia, questo passaggio ha segnato l’inizio del percorso verso il ritorno alla normalità (tradotto: se presto soldi a qualcuno mi viene pagato un interesse, non il contrario) consentendo nuovamente la costruzione di portafogli più efficienti anche nelle componenti a minor volatilità.

 

 

Di questo grafico (nel quale si rimarca l’eccezionalità del 2022 che si aggiudica la settima posizione tra gli anni peggiori dell’ultimo secolo) ho sempre apprezzato particolarmente l’immediatezza visiva: si nota subito come la distribuzione dei rendimenti sia spostata verso destra, a significare che gli anni positivi sono significativamente più frequenti e marcati rispetto a quelli negativi.

Nel frattempo, Elon Musk è diventato il primo uomo nella storia a “perdere” $200 miliardi - con Tesla che ha ceduto oltre 2/3 di capitalizzazione - passando lo scettro di uomo più ricco del pianeta ad Arnault e famiglia (gruppo LVMH). Nota: nonostante l’ultimo anno, Tesla ha comunque quadruplicato il proprio valore rispetto a 5 anni fa!

Non se la sono passata meglio i vecchi “FAANG” (che tuttavia come dato aggregato continuano a performare +40% rispetto a 5 anni fa):

  • META (ex Facebook) -63%: Mark Zuckerberg ha visto diminuire il suo patrimonio di $100 miliardi; l’accorpamento dei principali social e le forti scommesse sul Metaverso non hanno pagato.
  • APPLE -31%: riorganizzazione delle supply chains e politiche anti Covid-19 in Cina hanno impattato pesantemente su quello che in realtà continua ad essere uno dei business globalmente più fiorenti.
  • AMAZON -49%: è diventato il primo titolo azionario nella storia a “perdere” $1.000 miliardi di capitalizzazione, tornando ai livelli di quotazione pre-Covid.
  • NETFLIX -51%: introduzione di banner pubblicitari e restrizioni sulla condivisione delle password non hanno compensato l’ingresso sul mercato di molteplici competitors ed un catalogo che fatica a rinnovarsi mantenendo un certo standard qualitativo.
  • ALPHABET (ex Google) -39%: la “guerra degli analytics[1]” ha iniziato a fare i primi danni. Anche Sergey Brin (Google co-founder and board member) rientra nella top 10 dei miliardari usciti dal 2022 con variazioni significativamente negative, -$38.1 miliardi.

 

Introducendo l’argomento cryptovalute, Coinbase (passata da un prezzo di circa $250 per azione a circa $35), riflette il sentiment generale di mercato nonché lo specifico clima di sfiducia generatosi nel mondo crypto. Tuttavia, ancora una volta risulta curioso guardare un po’ indietro per trovare una certa distorsione nella percezione della realtà rispetto alle valutazioni di mercato in periodi di particolare stress: basti pensare che nel 2018 la società è stata valutata $8 miliardi e adesso quota circa $9 miliardi (nel frattempo però: revenues 2018 vs 2022 $520m - $3.3b; users 2018 vs 2022 22m – 101m; assets on platform 2018 vs 2022 $11b - $101b). Brian Armstrong (COIN co-founder and CEO) ha sofferto una svalutazione di oltre 2/3 del proprio patrimonio netto.

 

Cryptovalute

Secondo Forbes, da Marzo 2022 17 tra i più benestanti crypto-investitori hanno perso collettivamente una cifra stimata intorno ai $116 miliardi di patrimonio personale (15 di loro hanno perso oltre il 50% della propria fortuna). Impossibile non dedicare una menzione a parte a Sam Bankman-Fried (anche noto come SBF), il quale si è distinto per l’attitudine criminale che l’ha portato a creare e successivamente far implodere FTX, il secondo (all’epoca) più grande exchange di cryptovalute a livello mondiale; SBF è tuttora agli arresti domiciliari in attesa che i fatti a lui imputati vengano interamente ricostruiti e definiti con precisione.

 

 

Tra le principali cryptovalute in termini di capitalizzazione di mercato, queste sono state le performance registrate nel 2022:

  • DOGE -60% (curioso come la performance “migliore” sia stata realizzata proprio dall’unica coin della lista completamente priva di senso…)
  • BTC -65% (che continua a quotare +40% rispetto a 5 anni fa)
  • ETH -70%
  • BNB -75%
  • DOT -85%
  • AVAX -90%
  • SOL -95% (semplificando al massimo per brevità, la blockchain nativa è ancora perfettamente funzionate ed utilizzata, ma i fallimenti di FTX ed Alameda Research hanno alimentato una svendita ossessivo-compulsiva che ha appesantito ulteriormente un anno di per sé non facile per nessuno)
  • LUNA -99.99% (una serie di più o meno sfortunati/accidentali eventi ha portato al fallimento del protocollo alla base di uno dei più fiorenti ecosistemi crypto)

 

Alla luce degli avvenimenti del 2022, quello delle crypto si conferma un settore profondamente acerbo (sotto tutti i punti di vista) ma ancora altrettanto promettente per gli obiettivi che si propone di raggiungere nei prossimi anni.

 

Uno sguardo al resto del mondo…

 

Conclusioni

Ancora una volta, una riflessione su tutte risulta imprescindibile: attenuazione del rischio specifico (ottenuta tramite stringenti principi di diversificazione e risk management) e corretto orizzonte temporale (deciso in maniera consapevole rispetto alle proprie condizioni e che risulti coerente con i propri obiettivi) ricoprono un ruolo fondamentale in sede di pianificazione finanziaria.

 

 

Alessandro Vannelli – PQL

 

 

[1] Google Analytics è un servizio web gratuito fornito da Google (con una quota di mercato superiore all’85%) che consente di analizzare nel dettaglio diverse statistiche riguardanti i visitatori di un sito web (sostanzialmente dati, dati e ancora dati; che fine facciano poi questi dati, ancora non è ben chiaro a nessuno). A causa della poca trasparenza nella gestione e nell’utilizzo dei dati raccolti, molti paesi EU hanno bannato tale servizio.

 

 

 

 

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